La costruzione della chiesa del Carmine risale alla seconda metà del XVII secolo, in seguito all’insediamento in città, nel 1618, dei Carmelitani. Fu riedificata tra il 1720 e il 1724 a causa del crollo verificatosi nel 1719. I locali del convento, soppresso nel 1809, vennero destinati ad accogliere l’ospedale civile. La facciata, che si innalza su tre ordini e si conclude con un timpano spezzato, è ricca di decorazioni barocche e da nicchie con le statue di sant’Elia, di sant’Eliseo, di santa Teresa d’Avila e di santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Il portone ligneo del 1745 è opera d’intaglio del maestro galatinese Donato Costantino. L’interno, a navata unica rettangolare con quattro cappelle laterali, possiede una copertura decorata con finti cassettoni e con un affresco del gallipolino Agesilao Flora, del 1915. La chiesa è caratterizzata dal settecentesco altare maggiore con tela della Madonna del Carmine, al centro, le statue policrome del profeta Elia e di san Giuseppe a sinistra, e quelle di san Giovanni Battista e di sant’Angelo martire a destra. A destra dell’altare maggiore è il settecentesco altare della Natività del Signore, realizzato da Mauro Manieri intorno al 1736 e sovrastato da un organo a canne. È inoltre presente un presepe in pietra leccese del 1650.